domenica 2 febbraio 2014

La badante, la vita, la dieta



Scrive P.:
"La badante di due signori anziani qui vicino ha 49 anni, viene dall'Ucraina. E' molto in pena per i suoi figli e i tre nipotini, per la situazione pesante del suo paese. Mi chiedo che razza di vita faccia lontana dai suoi affetti. E' venuta qui in Italia soltanto per aiutare loro, per mandargli i soldi.

Lava, stira, fa la spesa, prepara da mangiare, accudisce i due vecchi, dorme poco di notte perché la svegliano con i loro bisogni. Lavora dalla mattina alla sera e tutto il suo tempo è dedicato agli altri. Vive nella casa di queste persone, senza una vera privacy, ha soltanto la domenica libera, è come se fosse agli arresti domiciliari.

Non fuma, non beve, non ha nessuno svago e se riesce a scappare (correre, letteralmente, come una lepre) qualche volta per fare qualche commissione per i suoi familiari è molto felice. Non parla mai dei suoi problemi, ma una volta mostrandomi delle foto mi ha detto "en passant" che il suo compagno era morto, e l'ha fatto con una leggerezza assoluta, come se questa cosa della morte non dovesse poi turbare me, che non c'entro.

Stasera le ho portato dei cenci di Carnevale, erano felici tutti e tre come bambini, poi si è un po' rattristata: "ma il dottore mi ha detto che io devo stare a dieta". Ecco, la dieta.
Perché gli imbratta-ricette che se ne escono con queste frasi non muoiono tutti? Che cosa c'è di strano in una donna robusta che solleva i pesi che nessuno di noi vuole sollevare? Non l'ha visto che sulle spalle di queste badanti c'è appoggiato il mondo? - P."
Non mi spingerei a definire i medici "imbratta-ricette" ma certo alcuni di loro continuano a prescrivere diete come nulla fosse, come se la ricerca non avesse definitivamente affossato l'utilità della privazione alimentare e come se davvero ridurre le calorie significasse guadagnare in salute, come se questo potesse avere ancora un senso clinico al di fuori di alcuni gravissimi casi di obesità estrema.

Grazie per questa testimonianza, possiamo solo sperare che quella coraggiosa donna ucraina riesca a mettere da parte le prescrizioni sballate e, in questi giorni così difficili per il suo paese, non cada nel gorgo depressorio tipico del dietismo, unico effetto certo di una dieta di quel tipo che si conclude, normalmente, con più chili di quanti siano perduti.
(fonte foto)

1 commento:

  1. Forse non c'entra molto, ma colpisce la storia di questa signora che fa la badante, colpisce il suo coraggio straordinario, in una situazione di quasi "non vita", dove l'unico sostegno è il cibo. È un peccato il medico non si accorga di chiederle un'assurdità, è come se avesse chiesto ad uno che cammina con le stampelle, di camminare senza "che è meglio". Se solo, per esempio, il medico fosse al corrente della storia delle badanti straniere in Italia, saprebbe dell'altissimo tasso di depressione che le colpisce, dei tanti casi di suicidio. Se solo il medico fosse più preparato, e avesse uno sguardo allargato alle culture mediche orientali e/o omeopatiche, avrebbe potuto prescrivere un rimedio di fondo in primis, che avrebbe sostentato l'anima di questa signora... Ma siamo in una cultura medica spesso arrogante, cieca, supponente e carente, con una mera visione analitica, meccanicistica. La via a mio parere è avere una visione olistica dell'essere umano, osservarlo nella sua interezza di sistema integrato psichico fisico e animico, e da medico aiutarlo a trovare un equilibrio fra i tre componenti.

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