venerdì 27 dicembre 2013

Cicciosità, la vita migliora col nudismo?



Che cosa mai può avere a che fare il nudismo con la crociata per il riconoscimento sociale di chi non è normoforma? Me lo sono chiesto leggendo un interessante approfondimento su Psychology Today che verte sull'accettazione di sé e la consapevolezza del proprio corpo, e dei benefici legati all'acquisizione di una "stima di sé" che comprenda o parta proprio dalla fisicità.

L'osservazione di base è che l'immagine che abbiamo di noi stessi è la "rappresentazione mentale che ci diamo di come riteniamo dovremmo apparire. E non è detto che questo sia collegato a come ci vedono gli altri". Ed è esperienza comune che un'immagine di sé negativa provochi spesso ansia, depressione, senso di vergogna e la sensazione di una sostanziale diminutio della propria personalità.

Ora, secondo una ricerca citata dal magazine, l'immagine di sé è compromessa soprattutto tra le donne. Una psicologa di Cincinnati, Ann Kearney-Coke, intervistata su questo fronte dopo una rilevazione sui comportamenti delle donne, spiega che queste "in media hanno ogni giorno 13 pensieri negativi sul proprio corpo, quasi uno per ogni ora di veglia". E vengono citate anche altre ricerche, che scendono nel dettaglio: su 5mila intervistate da REAL magazine, il 91 per cento mette sotto accusa i propri fianchi e un 77 per cento la dimensione addominale. E va altrettanto male tra le giovanissime: l'81 per cento delle bimbe di dieci anni si preoccupano di essere grasse e il 42 per cento di quelle che frequentano le medie dichiarano che vorrebbero essere più magre.

Sono, evidentemente, i numeri di una emergenza: che non è quella dell'obesità, come vorrebbero farci credere, ma di intere generazioni che crescono odiandosi perché sono indotte a farlo da una società ossessionata dalla monoforma. Generazioni che rischiano di arrotolarsi sulla propria infelicità con conseguenze disastrose su tutta la propria vita. In particolare, dicono le ricerche citate dal magazine, chi soffre per questa "inadeguatezza" finisce spesso per acquisire un rapporto completamente sballato col cibo, finendo nell'anoressia o nella bulimia, nell'abuso di farmaci e via peggiorando. In molti casi, dicono ora gli psicologi, si può avere un approccio meno "drammatico" alla propria immagine, quando si vorrebbe perdere qualche chilo, infilarsi in una taglia di pantaloni più piccola. Questo è normale e diffuso, non è invece normale, sebbene diffusissima, l'ossessione sulle proprie dimensioni e sul come si appare o il confrontare la propria fisicità con quella rappresentata dai mass media.

Che c'entra questo col nudismo? Secondo i ricercatori quello che viene definito nudismo sociale, ossia la pratica naturista in compagnia, magari all'aperto, con una varietà di persone e in luoghi piacevoli, porta con sé una serie di benefici, come una forma di antidoto a quell'ossessione sulla dimensionalità attraverso l'incontro con corpi di ogni fatta. Come un salutare tuffo nella realtà. "Senza volerla definire una panacea per chi soffre di una immagine negativa di sé - spiega la psicologa - suggerisco una visita in una comunità naturista e di sperimentare la nudità sociale (...) Statisticamente sono più gli uomini che le donne a intraprendere queste attività, molte si astengono spesso non tanto per pudore o perché temono il nudo in sé ma perché mancano di sicurezza e sono insoddisfatte dei propri corpi".

Non sono concetti estranei per molti cicci e molte cicce. In un ambiente ostile come quello in cui viviamo quotidianamente, il timore di venire giudicati dagli altri per la propria dimensionalità spesso spinge chi più ne soffre ad uscire di casa malvolentieri, a partecipare di rado ad occasioni sociali, ad evitare incontri di gruppo e via dicendo. Figuriamoci, quindi, se ci si aggiunge anche la diffusa diffidenza verso il naturismo spesso dipinto dai media come pratica perversa e dai contenuti sessuali, pur essenone del tutto aliena. Invece, sarebbe proprio il vedere le diverse forme dell'umanità in un contesto privo di competizione e di richiami erotici a poter trasformare il modo di vedere se stessi. "Gli esseri umani - spiega il magazine - tendono a paragonare i propri corpi a degli standard, e questo e normale e fino a un certo punto possiamo dire che lo facciamo tutti. In un contesto di nudità sociale la differenza è che si scopre che esiste uno standard diverso, più realistico, quando vedi con i tuoi occhi come la gente è fatta. Si può imparare a sentirsi a proprio agio nella propria forma".

(fonte foto)

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