lunedì 18 novembre 2013

I cicci non ti piacciono? Non lo hai deciso tu

Sono i media, la pubblicità e ciò che viene premiato perché definito "bello" o "accettabile" a determinare le preferenze estetiche della popolazione e spesso le turbe comportamentali legate al peso corporeo. La notizia non è nuova, anzi è addirittura sapere comune, ma uno studio condotto tempo addietro presso la Durham University britannica getta nuova luce per comprendere la natura dell'odio anticicci.

I ricercatori hanno sottoposto un campione di donne ad un singolare esperimento, presentando loro immagini di altre donne di ogni forma e peso. E hanno scoperto che più si viene esposti ad una dversità delle forme, più si modifica la percezione di ciò che è bello o accettabile dal punto di vista estetico. Sottoposte ad un insieme di immagini positive con soggetti obesi, le donne del campione analizzato hanno preso ad apprezzare volti e forme sovrappeso che prima non apprezzavano.

Gli studiosi hanno spiegato che ciascuno ha una propria "preferenza" dovuta a molteplici fattori. Come dimostrano ricerche precedenti, infatti, la percezione di chi è "bello" può essere modificata da considerazioni sulla salute delle persone così come dalla percentuale di "successo" che viene associata ad una certa forma fisica. L'idea degli scienziati della Durham University è stata di verificare se e in che modo questa preferenza "di base" possa essere modificata.

La dimostrazione che ciò è possibile, e che accade, è stata ottenuta sottoponendo nuovamente il campione ad immagini di successo e bellezza standard, quella normoforma legata alla moda e al successo economico che qui si è lungamente stigmatizzata, e le preferenze sono nuovamente cambiate in senso anticicci. "Nel nostro studio - spiegano i ricercatori - ai partecipanti viene assegnato un valore di preferenza del corpo magro verso quello grasso, vengono poi sottoposti ad una manipolazione e successivamente viene rivalutata la loro preferenza". I risultati non sono definitivi, ma sembrano indicare in modo evidente come la pressione mediatica condizioni le scelte di tutti.

In questa sede non ci interessa neppure lontanamente indagare su chi cosa e perché sia considerato bello o brutto, ma quanto rilevato dagli scienziati aiuta tutti a capire la natura della discriminazione contro i cicci e le cicce di mezzo mondo, repulsione declinata spesso in ostilità e talvolta in odio, ma anche in minori salari o sfruttamento parasanitario. Si tratta di un primo studio, preliminare, che "ci permette di ragionare - come han detto i ricercatori - sul potere dell'esposizione a corpi supermagri. Ci sono prove che essere circondati continuamente attraverso i media da celebrità e modelle molto magri contribuisce ad un rapporto non sano di ragazze e donne con il proprio corpo. Sebbene ancora non si possa sapere se una breve esposizione ad immagini di donne più in carne possa cambiare le preferenze sul lungo periodo, il nostro studio indica certamente che mostrare più modelle normali potrebbe ridurre l'ossessione delle donne per la magrezza". La domanda viene da sé: quanto potremo sopportare, e quanto potranno sopportare le donne del mondo occidentale, prima di inchiodare i media alle proprie responsabilità?

(fonte immagine)

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