mercoledì 27 novembre 2013

Contrordine, l'obesità non porta alla tomba

E' passato pressoché inosservato qui da noi uno studio che ha invece sollevato molto rumore in questi giorni soprattutto negli Stati Uniti. Ricercatori accreditati hanno infatti confermato quello che già alcuni scienziati avevano osservato: il fattore di rischio più rilevante non è dato dall'obesità o dal sovrappeso, è dato dalla mancanza di movimento. Un obeso che sia "fit", ossia faccia esercizio fisico regolarmente, non corre più rischi di morire.

La ricerca, pubblicata in queste settimane su Progress in Cardiovascular Disease, esamina i risultati di numerose ricerche che spalmano l'osservazione di un alto numero di soggetti nel corso di più di quindici anni. E i risultati sono evidenti: il cosiddetto "rischio maggiorato" per i cicci e le cicce, quello di una morte prematura, risulta pressoché azzerato per chi si muove ogni giorno. E non parliamo di intense sessioni di palestra, ma anche soltanto di passeggiate e movimento quotidiani.

Prendendo in considerazione 10 studi considerati attendibili, i ricercatori hanno effettuato una meta-analisi identificando il BMI (massa grassa statistica) e il livello di fitness dei soggetti. Parliamo nel complesso di decine di migliaia di persone che le varie ricerche hanno seguito per molti anni per comprendere l'evoluzione del loro quadro medico. A quel punto sono state create tre categorie di persone: peso normale, sovrappeso, obeso. E sono state suddivise tra quelli che erano "fit" (in forma) e quelli "unfit". Questi ultimi, indipendentemente dal proprio peso, avevano un rischio di mortalità superiore di due volte rispetto alle persone fit, e chi era sovrappeso o obeso e fit aveva lo stesso rischio mortalità dei soggetti di peso normale. Questo vuol dire che il normpeso che non fa esercizio fisico aveva due volte il rischio mortalità dell'obeso fit.

"Se si ha difficoltà a perdere peso o a mantenere un regime dimagrante - ha spiegato uno dei ricercatori, Vaughn W. Berry - allora si punti a mantenere un regime di attività fisica regolare. Il rischio di mortalità si riduce significativamente". Berry ha anche sottolineato che si parla sì di movimento ma che molte delle persone prese in esame passavano mediamente non più di 12 minuti al giorno su un tapis roullant, il che sembra indicare che non serva ricorrere al "massacro" quotidiano a cui si sottopongono ogni giorno moltissimi, non sempre con i risultati sperati.

Secondo gli autori, i risultato della ricerca interessano da vicino anche i normopeso che non fanno esercizio, il cui rischio mortalità è molto elevato, un campo poco battuto da rilevazioni scientifiche e media. Berry anche sottolinea che lo studio non si può considerare definitivo perché sebbene indaghi sul rischio mortalità non ottiene indicazioni certe sul più ampio rischio di sviluppare determinate patologie, come il diabete, sebbene i risultati suggeriscano che anche queste siano fortemente contenute dall'esercizio. Quel che è certo, spiega ancora Berry, è che sia il movimento quotidiano e non il peso a stabilire un rischio-salute, il che potrebbe anche portare ad una nuova definizione di cosa significhi "sovrappeso".

"Molta più attenzione - spiega Berry - dovrebbe essere rivolta al promuovere attività fisica e fitness cardiorespiratoria come mezzo per ridurre i rischi di patologie e morte". "L'obesità - ha concluso - appare oggi come un rischio-salute assai più contenuto di quanto abbiamo sempre creduto".

Di interesse, infine, segnalare come i risultati di questo studio ancora una volta diano peso e valore all'approccio HAES (Health at Every Size) a cui si ispira questo blog: CCD è nato proprio per promuovere anche in Italia il senso di un'accettazione di sé basata sul rispetto del proprio corpo e della propria forma attraverso il superamento della discriminazione e un modesto ma costante esercizio fisico.

(fonte foto)

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