mercoledì 3 marzo 2010

L'obesità è mia e la gestisco io


Ci sono ahimé molti casi in cui persone costrette su una sedia a rotelle sono destinate a rimanervi tutta la vita, perché non esistono cure in grado di risolvere la loro condizione. Ci sono altri casi, questa volta di persone obese, destinati a non cambiare per motivi analoghi: non sempre vi sono cure sufficienti. In entrambe le situazioni le persone vengono discriminate per quello che sono, ma in un solo caso questa discriminazione è illegale.

Da qui parte un interessante e provocatorio post di Big Fat Blog, che indaga sui motivi di questa "discriminazione nella discriminazione" negli States, un modo in più per consentire a tutti, anche a chi obeso non è, di comprendere cosa c'è in gioco quando si parla di emarginazione. Va detto che si tratta di un post dai contorni ambigui, l'autrice non sembra a mio parere tenere in debito conto le difficoltà di un gruppo di persone disabili di cui mi sembra non conoscere/riconoscere molte cose, ciò nonostante penso sia il caso di proporlo se non altro per discutere sulla cosa.

"Dopo tutto - si legge sul post di CarrieP - si ritiene spesso, a torto o a ragione, che le persone in carrozzina richiedano più attenzione medica di una persona qualsiasi. Seguendo questo ragionamento, vorrebbe dire che la spesa sanitaria per loro è più elevata. Inoltre, ottengono specifici privilegi come parcheggi riservati, rampe di accesso ai luoghi pubblici, aree comode per sedersi ed accedere quasi ovunque. Ed è certo che soffrano una discriminazione sul lavoro proprio come succede agli obesi. Ma nel loro caso la discriminazione è illegale su tutto il territorio degli Stati Uniti". Una illegalità, aggiungerei, alla quale però tanto negli States quanto da noi in Italia non sempre corrispondono comportamenti conseguenti, anzi...

"E allora - continua CarrieP - perché mai sarebbe giusto che i ciccioni siano messi all'indice per il peso dei loro costi sulla Sanità, che siano ritenuti infantili perché chiedono che le compagnie aeree diano loro ospitalità in modo possibile sui loro aerei, e perché viene loro detto di buttarsi dal balcone quando denunciano le discriminazioni?"

"Evidentemente non è giusto, gli obesi sono membri importanti e significativi della società. Contribuiamo al nostro lavoro e alla nostra comunità come tutti gli altri. Non siamo infantili nel richiedere trattamenti specifici, ma meritiamo lo stesso rispetto di chiunque altro. I nostri corpi sono i nostri corpi. E siamo noi gli unici a decidere cosa farne. Questo mondo è anche il nostro mondo, abbiamo il diritto di essere rappresentati e accolti come chiunque altro. Qualsiasi cosa meno di questo semplicemente non è accettabile".

Per fortuna, diciamo così, CarrieP conclude la sua esternazione con un post scriptum: "non voglio gettare fango a chi si muove in carrozzella, sono certa che vi sono sfide e frustrazioni di cui non so nulla. Il punto è che tutti abbiamo il diritto di essere trattati con il medesimo rispetto".

Di mio non credo che si possano fare parallelismi felici tra le due diverse condizioni citate, davvero numerose sono le differenze, e generalizzare è pericolosissimo. Credo però che confrontarsi anche su questo possa essere utile ad una società più interessante ed inclusiva, e più interessante perché più inclusiva.

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