martedì 7 aprile 2009

Orgoglio ciccione?


Qualcuno ha scritto a questo blog sostenendo che il suo scopo sarebbe quello di dar vita ad una sorta di "orgoglio per la ciccia". Chi lo ha fatto non si firma in nessun modo e ricorre invece ad un linguaggio che credo irriferibile. Non che voglia dar credito ad uno stizzito anonimo, però penso sia utile specificare un paio di cose sull'argomento:

1.
Combattere perché una persona, un cittadino, sia considerata/o tale e possa appieno godere dei propri diritti non significa rivendicare un "orgoglio ciccione", significa soltanto ritenere che tutti sono uguali indipendentemente dal colore della pelle, dal peso o, chessò, dalla distanza tra gli occhi o dal modo in cui camminano.
Quello che qui si vuole dire è che non basta una specifica legislativa, ma che chi è consapevole della discriminazione continuativa a danno dei ciccioni può già e subito nel suo piccolo lavorare perché le cose cambino, lavorando sul proprio linguaggio e spingendo chi discrimina a rifletterci su. Se lo facessimo tutti, la discriminazione sparirebbe all'istante.
Non è orgoglio, è senso civico.

2.
Rivendicare dinanzi agli altri la legittimità della propria condizione non significa promuovere una cultura dannosa per la salute. Anzi, significa tentare di elevare la qualità della vita di chi, per una propria caratteristica fisica, qualcosa che riguarda esclusivamente la propria intimità, oggi subisce una discriminazione sociale diffusa e che è ora che finisca.
Ciò che trovo discriminante, o anzi frutto deleterio della monocultura dell'anticiccia, è invece il fatto che il solo parlare di normalità dinanzi a persone obese (che rappresentano una porzione sostanziale delle società del mondo ricco) sia vissuto come un attacco a chi ha fatto scelte diverse o vive diverse condizioni fisiche. E' un modo comodo e facile di archiviare una questione che sta a cuore a tanti, al punto che molti di questi per anni, persino negli anni della crescita, vivono condizionati dalla discriminazione che subiscono, con molteplici effetti dannosi sulla propria vita, quelli sì certamente deleteri per la loro salute.

Come postilla finale, e solo ai fini di una maggiore chiarezza, ci terrei a dire all'anonimo di cui sopra che non c'è nulla di male in un ciccione o in una cicciona orgogliosi di essere ciò che sono, anzi può essere un segnale di reazione alle pressioni castranti e censorie con cui la stragrande maggioranza degli obesi deve fare i conti ogni singolo giorno della propria esistenza.

Essere felici per ciò che si è dovrebbe, almeno credo, essere l'obiettivo di ciascuno di noi. Che si sia obesi o meno è, evidentemente, del tutto insignificante.

Paolo

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