lunedì 16 giugno 2008

No, il girovita non ve lo faccio misurare, sorry


E' naturalmente comprensibile che un governo responsabile possa promuovere una campagna contro gli effetti statisticamente nefasti sulla salute dell'obesità.

Altrettanto naturalmente è inaccettabile che lo faccia imponendo la misura del girovita a tutti, associando a questa misurazione invasiva un valore e facendo sì che i centimetri intorno all'addome si traducano in conseguenze.
Ridicolo poi multare quelle amministrazioni comunali o quelle imprese che non ottengano un dimagrimento dai propri dipendenti.
E' facile prevedere un aumento dell'uso di farmaci inutili nonché l'ulteriore emarginazione di chi è sovrappeso.

Nei fatti il Giappone con questa misura disconosce il diritto di vivere con qualche o molti chili in più.

Qui sotto un articolo apparso sul New York Times tradotto da Repubblica.it

AMAGASAKI - Qualche giorno fa, Minoru Nogiri, un fioraio di 45 anni, è stato convocato dal comune di Amagasaki e si è ritrovato in fila in attesa di farsi misurare il giro-vita. Non avendo un filo di pancia, non sembrava correre molti rischi di essere classificato sovrappeso o "metabo", la parola più in voga, di questi tempi, in Giappone. Ma dal momento che il nuovo limite fissato dal governo per il giro-vita dei maschi è un rigido 85,09 centimetri, un paio di giorni prima, a casa, il signor Nogiri si è misurato con una certa apprensione. "Sono al limite", si è detto.

Il Giappone, un paese i cui abitanti non sono generalmente considerati degli obesi, sta promuovendo una delle più ambiziose campagne mai intraprese da una nazione per convincere i suoi cittadini a dimagrire. Secondo una legge dello Stato entrata in vigore due mesi fa, tra gli esami da fare per il checkup annuale, le aziende e i governi locali devono misurare anche il giro-vita dei cittadini giapponesi tra i 40 e i 74 anni. Il che significa misurare più di 56 milioni di giro-vita: il 44% dell'intera popolazione.

A chi supera i limiti indicati dal governo (85,09 centimetri per gli uomini e 90 per le donne) e il cui aumento di peso è collegato all'alimentazione verranno forniti alcuni consigli dietetici qualora dopo tre mesi non abbiano ancora perso peso. Se necessario, dopo altri sei mesi, quelle stesse persone verranno sottoposte ad ulteriori controlli. Per raggiungere l'obiettivo di far scendere la popolazione sovrappeso del 10% entro i prossimi quattro anni e del 25% entro i prossimi sette, il governo ha previsto anche delle multe da comminare a quelle aziende e amministrazioni locali che non riusciranno a raggiungere gli obiettivi prefissati. Il ministro della Sanità ritiene che questa campagna contribuirà a contenere il diffondersi di malattie come il diabete e l'infarto.

I contrari al provvedimento del governo sostengono che le linee guida - specialmente quelle sul giro-vita degli uomini - sono troppo severe e che oltre la metà dei maschi, in questo modo, sarà considerata sovrappeso. Il risultato, sostengono, sarà quello di favorire il ricorso a trattamenti medici superflui allo scopo di perdere peso e, in definitiva, di far lievitare la spesa medica. Yoichi Ogushi, professore alla Facoltà di Medicina della Tokai University, dice che "non c'è affatto bisogno" che i giapponesi dimagriscano. "Non credo che questa campagna avrà alcun effetto positivo. Se una cosa del genere si facesse negli Stati Uniti si riscontrerebbero dei benefici, dal momento che molti americani pesano più di 100 chili", spiega Ogushi. "Ma i giapponesi sono talmente snelli da non potersi permettere di perdere peso".

Il professore è più severo con gli americani di essi meritino. Un'indagine effettuata dal National Center for Health Statistics ha stabilito che la circonferenza addominale media dei maschi caucasici americani è di 99 centimetri, ben 2,54 centimetri meno della soglia dei 101,6 indicati dalla Federazione Internazionale del Diabete. Le donne americane non se la cavano altrettanto bene, con un giro-vita medio di 92,71 centimetri, circa 5 centimetri più della soglia stabilita per loro, di 87, 88 centimetri. La differenza delle circonferenze riflette le variazioni di peso e di corporatura che esistono rispetto agli uomini e alle donne giapponesi.

In confronto, i dati che si riferiscono alla popolazione giapponese sono approssimativi, ma una ricerca del 1998 eseguita su un campione di impiegati maschi ha indicato un giro-vita medio di 78,20 centimetri. Ma questa misura contenuta evidentemente non è stata sufficiente ad attenuare le preoccupazioni dei burocrati della sanità giapponese.

Ad Amagasaki, città del Giappone occidentale, le autorità si sono subito date da fare per misurare il giro-vita dei cittadini mettendo in atto un'iniziativa che il governo ha definito un "checkup speciale". Il comune doveva misurare almeno il 65 per cento dei cittadini tra i 40 e i 74 anni coperti dall'assistenza sanitaria nazionale, un obiettivo "estremamente difficile", riconosce Midori Noguchi, un funzionario municipale.

Quando è arrivato il suo turno, Nogiri, il fioraio, è entrato in una cabina, si è tolto la camicia ed ha mostrato un addome piatto e senza tracce visibili di "maniglie dell'amore". Un'infermiera gli ha passato un metro attorno alla vita, all'altezza dell'ombellico, ed ha preso la misura: 85,344 centimetri, qualche millimetro sopra il limite. "Eliminato", ha commentato il signor Nogiri con aria delusa.

La campagna è cominciata un paio d'anni fa, quando il ministro della Sanità ha iniziato a parlare insistentemente di una patologia di cui pochi giapponesi avevano sentito parlare: la sindrome metabolica, un insieme di fattori che aumentano il rischio di sviluppare malattie vascolari e diabete. Tra questi fattori c'è l'obesità addominale, la pressione alta e livelli elevati di glucosio e colesterolo. In men che non si dica, questa patologia dal nome inquietante è stata abbreviata in un buffo "metabo" ed è diventata sinonimo di sovrappeso.

Il sindaco di una città nella prefettura di Mie, si è entusiasmato alla campagna antiobesità al punto tale che assieme ai primi cittadini di altre sei città ha dato vita ad un gruppo chiamato "I Sette Samurai Metabo". Quella campagna, però, si è conclusa improvvisamente quando un attivista di 47 anni, con 99 centimetri di giro-vita, è morto di infarto facendo jogging. E tuttavia, in una palestra di Amagasaki, decine di cittadini - pochi dei quali sembravano sovrappeso - ballano al ritmo della canzone anti-metabo che mette in guardia contro i bottoni dei pantaloni che saltano e rotolano via: "Pyun-pyun-pyun! Addio metabolica. Facciamo insieme il checkup. Dai! Dai! Dai! Non aspettare di ammalarti! No! No! No!"
(Copyright New York Times-La RepubblicaTraduzione di Antonella Cesarini)

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